Tutto è iniziato dall’invito del mio caro amico RS che mi perseguita dicendo che quella gara dovevo assolutamente farla. Ho preso tempo e distanza dalla proposta perchè mi sembrava assai bizzarra, come lui, del resto! Un dislivello troppo esagerato per i miei gusti: quasi 1800 metri in 24 km di percorso.
Poi…come noi runners sappiamo, la sfida si è attivata e ha preso il sopravvento, con l’aggiunta anche dell’attrazione verso la montagna, un fascino che mi seduce da sempre….
Ho scelto di gareggiare insieme ai tanti atleti appassionati “corridori del cielo”.
Ed è proprio la passione, l’ingrediente che sveglia la perseveranza e la motivazione, a mantenere vive le mete e i sogni di noi che amiamo la corsa.
É stata un'esperienza faticosa, fatta di tanta salita fino al monte Resegone per poi percorrere tutta la discesa, per me ancora più impegnativa, anche perché la pioggia aveva reso pericolosi alcuni tratti del percorso.
É stato bello aver incontrato sul percorso tanta gente che, con i suoi applausi, ha reso l’evento meraviglioso e pieno di calore.
Riassunto della giornata. Alla partenza il mio amico RS mi affida ad una sua amica la Silvia, una veterana della Resegup, veterana come partecipazioni non come età, sia chiaro, e mi raccomanda di ascoltare da lei la descrizione dei punti chiave del percorso. Mi trovo qualche metro più indietro della linea di partenza nella terza o quarta griglia e vedo lì davanti i due “gemelli super” della corsa in montagna Berny e Martin: birbanti faranno solo da starter, anche quest’anno hanno bigiato la gara, ma l’anno prossimo chissà, forse non scapperanno di nuovo!
Al via anche una sfilata di campioni della corsa in montagna e il mitico Cadel Evans che non è propriamente uno specialista di questo tipo di gare. E’ diventato famoso per un altro sport sempre di fatica e sempre affine alla montagna ed alle salite leggendarie e chiunque ami lo sport ha capito che si sta parlando del ciclismo!
PRONTI! Conto alla rovescia dello speaker, mio collega nonché mio concorrente Maurizio, VIA! Si parte! Il resto è la gara, chi sale veloce saltellando tra un sasso e l’altro sul sentiero e chi invece se la prende con più calma e regolarità sapendo che la discesa taglierà le gambe a chi avrà voluto strafare. In salita ci attende pure un angelo che ci incita a stringere i denti perchè la vetta è vicina. Vicina per modo di dire…. quella del Resegone è qualche metro più in alto rispetto al punto del nostro scollinamento in prossimità del rifugio Azzoni e c’è pure una discoteca all’aperto!! La tentazione di fermarmi è tanta, magari solo per qualche attimo, però non sono nemmeno a metà percorso, bisogna proseguire. Tanti saliscendi prima della discesa con la picchiata verso Lecco. Quella si, mi fa paura, non perché temo di mettere un piede in fallo e finire diritta dentro il lago che è sempre ben in vista sotto di me, ma perché sono consapevole che le mie gambe cominceranno a protestare fino a voler scioperare, ma devono obbedirmi, motivazione è anche questa, è il mio cervello che comanda, loro rispettino gli ordini: più facile a dirsi che a farsi!
Ma si, alla fine anche quel mio tabù l’ho superato senza problemi, mentre passavo vicino ad uno dei comuni più piccoli d’Italia, Morterone, dal censimento più recente, meno di 100 abitanti. Poi la vista sul pizzo d’Erna, lì ci si arriva anche in funivia, quindi perché tutta questa fatica, quando avrei potuto risparmiarmela salendo con quel mezzo? Niente da fare, o con le mie forze o niente! Poi inizia una mulattiera con i classici sassi tondi incastrati tra loro, a proposito di muli, non ho visto e non ho più notizie della mula del gestore del rifugio in vetta, lei si che è una celebrità, ha girato praticamente tutto l’arco alpino, qualcuno ha sue notizie?
Lungo la mulattiera si passa vicino al rifugio Stoppani, c’è una postazione di rifornimento, però mi tornano in mente le parole di un amico che in questo rifugio si è fermato per una polenta con i funghi freschi appena colti nei boschi dei dintorni, da primo premio a masterchef Italia.
Sempre in giù, incrocio il bivio che porta all’attacco della ferrata Gamma1, anche qui penso alle parole di un altro amico che mi vorrebbe invitare a percorrerla un giorno, uno degli approcci migliori per chi avrebbe l'intenzione di passare dall’escursionismo semplice a quello un po’ più avanzato e cominciare a mettere mano sulla roccia: attenzione però, si tratta sempre di una via ferrata anche se catalogata non estrema, occhio, gamba e capacità preacquisite per chi la volesse percorrere né!
Ancora discesa, ecco in vista la stazione bassa della funivia dei piani d’Erna, poi si transita vicino alla frazione di Acquate, paese dove si svolge a settembre una delle corse più pazze dell’anno, la Scigamatt, chissà che non mi venga in mente di parteciparvi.
Finalmente, siamo giù, l’arrivo si avvicina ancora qualche chilometro o forse meno, qualche centinaio di metri e sono nella piazza con la statua di Alessandro Manzoni e lo striscione di arrivo. Il tempo impiegato? Poco sopra le 4 ore, sarà un buon tempo? Sarà un cattivo tempo? Che importa, è stata una festa, ci sono riuscita e sono contenta, adesso sono anch'io una lady up.
Rosanna Massari La Ros Lady Up